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LA STORIA DI OLTRARNO

LA STORIA DI OLTRARNO

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L’Oltrarno, in fiorentino Diladdarno, è la Firenze sulla sponda sinistra dell’Arno.
Un angolo di centro storico isolato dal fiume, che comprende i rioni di Santo Spirito, San Frediano e San Niccolò. Siamo nella Firenze popolana, nelle botteghe artigianali, dove si rinnova ogni giorno un antico sapere che risale al Medioevo, si respira l’atmosfera più schietta della città. La Storia dell’Oltrarnoracconta questi luoghi dalla preistoria ai giorni nostri. Una prima parte riguarda la vita nella pianura fiorentina, quando Firenze è una palude dove si muovono i primi colonizzatori, i Villanoviani. I Romani fondano la colonia di Florentia ma l’Oltrarno, separato dall’Arno, resta fuori dalle mura e diventa un rifugio per chi è diverso.
Qui si stabiliscono mercanti siriani e greci che portano il cristianesimo a Firenze e regalano alla città il suo primo martire: San Miniato.

Nel Medioevo l’Oltrarno ospita i poveri provenienti dalle campagne, che si ammassano alle porte di Firenze. Tra i piccoli artigiani spiccano i Ciompi, i lavoratori della lana che nel 1378 accendono la miccia della prima rivoluzione
proletaria al mondo.

Nel 1333 l’Oltrarno entra dentro le mura e gli ordini mendicanti fondano i loro gioielli: Santa Maria del Carmine e Santo Spirito. Nella prima Masaccio inventa il Rinascimento, affrescando la Cappella Brancacci, mentre nella seconda Michelangelo diciassettenne realizza un Crocifisso perduto, ritrovato solo nel 1964 grazie a una intrepida storica dell’arte.

È in questo quartiere che sorge Palazzo Pitti, la maestosa reggia dei Medici, che a Boboli ideano il giardino all’italiana, allestiscono battaglie navali nel cortile e costruiscono il primo passaggio segreto sopraelevato al mondo: il Corridoio Vasariano. Qui Galileo scruta il cielo da Costa San Giorgio e sorge la Specola, il più antico museo scientifico d’Europa.
Oltrarno romantico, crocevia di destini e grandi artisti. Qui i poeti Robert Browning ed Elizabeth Barrett vivono la loro storia d’amore proibita e Dostoevskij termina il suo capolavoro, L’idiota.

Nel Novecento le due anime del quartiere, la proletaria e la artistica, si saldano in un deciso antifascismo. San Frediano è un covo di sovversivi per tutto il ventennio.
Qui abitano Ottone Rosai e Vasco Pratolini e sulla collina di Bellosguardo soggiornano Montale, Foscolo ed Henry James.  Da Picasso a Pistoletto, da Mario Mariotti a Roberto Benigni, il quartiere non smette di attirare gli artisti, con la sua aria bohémien e verace. Ma non mancano le ombre. Gli anni di piombo si portano via un ragazzo di San Frediano, Rodolfo Boschi, e con l’omicidio mai risolto di Luisa Meloni l’ombra di un altro mostro si allunga fino a via della Chiesa.

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